Nel più esilarante reportage di sempre sulle crociere extralusso – Una cosa divertente che non farò mai più – David Foster Wallace dedicava ampio spazio alle tragicomiche vicende a bordo della Nadir, il più delle volte ambientate intorno a una tavola, e agli sforzi delle grandi compagnie per viziare gli ospiti in tutte le forme possibili. Tra le promesse – quelle di far vivere un’esperienza da sogno e di costruire ricordi indimenticabili, così recitano le brochure – la più seducente è il cibo.
I buffet pantagruelici non soddisfano più: i colossi del mare si attrezzano con menù tematici e reclutano i grandi chef, ormai familiari anche a un pubblico non gourmet, per migliorare la reputazione del cibo da crociera. Le navi Princess, ad esempio, possono contare sulla consulenza di Curtis Stone, chef di Maude e Gwen a Los Angeles, mentre Royal Caribbean punta sul nome e sulla cucina (diciamo) italiana della star inglese Jamie Oliver.
Costa Crociere – che ha promesso di ridurre del 50% gli sprechi alimentari a bordo delle sue navi entro il 2020, con il nobile programma 4GOODFOOD – offre ristoranti di ogni tipologia, da quello dedicato alle regioni italiane alla pizzeria, dal teppanyaki all’hamburgheria. E ha voluto vincere facile, sulla scia di MasterChef, con Bruno Barbieri, autore di un percorso in dieci piatti, tra cui i tortelloni di erbette e caprino con cipolla di Tropea, guanciale e ricotta forte.
MSC Crociere risponde con un corposo portfolio di partnership stellate che riflettono la svolta gastronomica (e l’imponente piano di investimenti) della compagnia con sede a Ginevra. La più recente è quella con Ramón Freixa, chef catalano ma di base a Madrid nel suo ristorante due stelle Michelin all’interno dell’Hotel Único. Così, oltre alle esperienze firmate da Roy Yamaguchi, Joe Bastianich, Jean-Philippe Maury, Jereme Leung e Carlo Cracco – disponibili sulle diverse navi della flotta, tra cui la nuova ammiraglia Seaview - gli ospiti di MSC Yacht Club (“nave dentro la nave”), possono ora assaggiare anche l’anatra à la royale con crema di foie gras e cipolle, la pluma iberica glassata con verdure saltate e una serie di tapas d’autore.
Da queste città galleggianti alle più discrete imbarcazioni di Aqua Expeditions, gioielli di design a misura di crociera (superlusso) sui grandi fiumi del mondo: solo 147 piedi l’Aria Amazon, 205 l’Aqua Mekong, per un massimo di 32/40 passeggeri. La prima barca vanta la collaborazione con Pedro Miguel Schiaffino, talento della nuova cucina peruviana: la carta è basata per il 70% su ingredienti amazzonici provenienti dal fiume e dalla foresta, per lo più sconosciuti ai palati del Vecchio Continente, ma senza rinunciare a classici come il ceviche.
Durante la navigazione sul Mekong, invece, a distrarre dagli spettacolari paesaggi indocinesi ci ha pensato David Thompson, ex chef del Nahm di Bangkok, già miglior ristorante d’Asia. Il cuoco australiano mischia il suo classico repertorio Thai con le ricette dei khmer e della tradizione fluviale vietnamita. Il menù è cangiante, a seconda del bottino di pesca e della spesa quotidiana, ma non mancano quasi mai il pesce gatto con scalogno, peperoncino e basilico thai e i gamberi di fiume con salsa di arachidi. Non si tratta solo di una consulenza: Thompson è presente su alcune delle crociere in programma e, oltre a cucinare, guida gli ospiti alla scoperta dei mercati locali e tiene lezioni di cucina. La prossima partenza in sua compagnia? Dal 16 al 20 agosto 2019
[Modificato da Gaia-77 31/08/2018 19:44]