AUTOGOAL - Un calcio... al calcio Il vero sito di satira calcistica

Sondaggio: 90° MINUTO

  • Sondaggio Potremo fare a meno di 90° Minuto?
  • # 1  
    33%
    # 2  
    67%
    Il tuo Rank utente è troppo basso per poter votare questo sondaggio
  • Dati Sondaggio
  • Numero Totale Voti: 12
    Numeri Voti Utenti Registrati: 12
    Numeri Voti Utenti Anonimi: 0
  • Lista Utenti
  • Messaggi
  • OFFLINE
    nick the quick
    Post: 4
    Registrato il: 30/10/2003
    Utente Junior
    00 12/08/2005 13:58
    la ferrari era davvero pessima... [SM=g28001]

  • OFFLINE
    Baruele
    Post: 0
    Registrato il: 10/08/2004
    Utente Junior
    00 07/08/2005 14:53
    dico la mia ... non ne potevo più sinceramente del 90° minuto dei vari Galeazzi, Tosatti, Ferrari e Longhi, quindi alla fin fine non mi è nemmeno scocciato troppo se non fosse che è un altro gesto ignobile di interessi privati da parte di un uomo politico che gestisce tutto. Resta da dire che non sarebbe successo in una televisione dove il 90° minuto fosse ancora servito come programma culturale e non come audience televisivo (ammesso che alla RAI considerassero una squadra vincente quella degli ultimi anni ... va beh, la Ferrari è sempre la moglie di DeBenedetti)
  • OFFLINE
    Mirco.Mariotti
    Post: 2.051
    Registrato il: 17/07/2005
    Città: SAN GIOVANNI IN PERSICETO
    Età: 50
    Utente Veteran
    00 31/07/2005 12:04

    da [URL]www.corriere.it[=URL]www.corriere.it

    Addio «90° minuto»
    Era il programma che ha insegnato agli italiani il calcio parlato (con accento regionale)

    Qui fanno strazio della nostra infanzia: un altro pezzo di Rai se ne va, «90°minuto» passa a Mediaset, che s’è aggiudicata i diritti in chiaro della serie A. Galliani gioisce due volte: per i soldi incassati dalla Lega e per il colpaccio di portare a casa (Mediaset) i gol della serie A. Conflitto d’interessi? In Italia è un grazioso optional. E’ vero che l’asta, la vendita al miglior offerente, rappresenta l’essenza stessa del mercato, ma è anche vero che da noi vige solo la vendita a mezz’asta.
    Per ora la Rai è costretta a fare buon viso a cattivo gioco: «Abbiamo avuto quello che volevamo—ha subito affermato il consigliere Sandro Curzi —: la Coppa Italia. Siamo soddisfatti». Per la serie A non c’è stata nemmeno partita: l’offerta è stata di 100 euro. Contenti loro. Ma il punto sta proprio qui: come interpretare quei 100 euro, quei trenta denari di Giuda? Come una forma di sdegnata protesta o uno scellerato patto di non belligeranza? Come un gesto disperato di orgoglio aziendale o l’inizio dello smantellamento del Servizio pubblico?
    Dopo i colpacci, i contraccolpacci: adesso si dirà che la Rai sta per essere demolita con la chiamata di Alfredo Meocci alla direzione generale e di Claudio Petruccioli alla presidenza, che le lotte al vertice creano incertezze e indecisioni di cui il competitor si approfitta, che sotto sotto c’è sempre qualcuno che fa il gioco di qualcun altro. Tutto è possibile: da sempre Viale Mazzini è visto come un bottino da consegnare ai vincitori, un irriducibile oggetto della politica, la spartizione delle spoglie. Silvio Berlusconi aveva giurato che non si sarebbe mai occupato della Rai; ma, sospettoso com’è, non crede nemmeno più ai suoi giuramenti.
    Dunque, una prima interpretazione di stampo complottista suggerisce l’idea di una macchinazione ordita dal Cavaliere a favore di Forza Italia (l’ideologia) e di Mediaset (il portafoglio). Ma c’è una seconda interpretazione, non meno fondata. La Rai ha perso i diritti della serie A per manifesta incapacità dei suoi dirigenti. Vogliamo parlare di Rai- Sport, della gestione di Paolo Francia o di quella attuale di Fabrizio Maffei? Lo vogliamo dire che i diritti sportivi sono in mano ad Antonio Marano? Vogliamo aprire un capitolo sulla «biscardizzazione» di Saxa Rubra? Vogliamo ricordare le Olimpiadi raccontate da Marco Mazzocchi, quel ritrovo dove si radunava un’allegra brigata di buontemponi che si facevano i fatti loro? I servizi di «90°minuto», con gli inviati più attenti a mostrare la loro faccia che a fare un’analisi della partita, sono da tempo inguardabili.
    La gloriosa «Domenica sportiva» sembra una stanca adunata dopolavoristica allietata solo dalle vallette di turno. Le telecronache delle partite di calcio, dopo mille esperimenti, dopo mille combinazioni, sono ormai scese a livello di una tv locale. Per non parlare del ciclismo, dell’atletica, della boxe. Non sappiamo se a Mediaset saranno più bravi, sappiamo che in Rai di peggio non potevano fare. Certo, perdere «90° minuto» dispiace enormemente: non è solo un pezzo di Rai che se ne va maun pezzo della nostra vita.
    Addio strafalcioni usciti di bocca ed elevati a cronaca; faccioni sgraziati, noti a chi è cresciuto televisivamente tra voi, e impressi nella sua mente, non meno che lo sia l’aspetto dei suoi più familiari; dialetti, dei quali distingui lo scroscio, come il suono delle voci domestiche; cravatte sbagliate e luccicanti sulla pancia, come branchi di pecore pascenti; addio! Quanto è tristo il passo di chi se ne allontana! Il nostro «90°minuto» è quello di Paolo Valenti e dei suoi Tonino Carino, Giorgio Bubba, Marcello Giannini, Luigi Necco, Gianni Vasino.
    Il calcio parlato l’abbiamo imparato da loro, e abbiamo imparato a parlare di calcio con loro: con quegli sciagurati corrispondenti della domenica, quei faziosi sgrammaticati, quei ventri molli della provincia italiana. «90°minuto» era ancora la Rai delle sedi regionali, ben radicata sul territorio. La Rai di Cesare Castellotti, Maurizio Calligaris, Franco Strippoli, Roberto Scardova, Marco Lucchini, del mitico Ferruccio Gard. È un dramma se perdiamo un servizio di Fabrizio Failla o di Marco Civoli?

    Aldo Grasso

    31 luglio 2005

    ----------------------------------------------------


    I calciofili più conservatori sperano si tratti solo di un arrivederci Triplice fischio per 90° Minuto La storica trasmissione Rai costretta a chiudere i battenti.

    Forse Tonino Carino (ma sì, quello della serie «Buongiorno da Ascoli, qui Tonino Carino») stava già scaldando i motori per una nuova rentrée: dopo la riesumazione per il «Quelli che... il calcio» di faziana memoria, il popolare volto del calcio marchigiano dell'era Rozzi stava probabilmente compilando il proprio curriculum per proporsi a «90° minuto» edizione 2005-2006 per cantare le gesta della squadra della sua città, prossima a tornare in A in virtù di disgrazie altrui dopo decenni di esilio. Si metta il cuore in pace, oppure si proponga a Cologno Monzese.
    I volti storici di «90° Minuto»

    Già la vecchia Tmc targata Cecchi Gori aveva fatto tremare i fedelissimi di Cesare Castellotti, Paolo Valenti, Giorgio Bubba ed eredi, salvo poi non cambiare le loro abitudini televisive. Ma ora è il colosso Mediaset ad aver comprato i diritti in chiaro del campionato di calcio, e la sorte di «90° Minuto» (ma non solo) è segnata.
    Diciamoci la verità: ce ne faremo una ragione, perché negli ultimi anni guardare Rai1 la domenica alle 18:10 era un rituale diverso da quello che si compiva «stesso giorno stessa ora» negli anni '70 e '80. L'epopea gloriosa (in tempi in cui i canali satellitari non solo non offrivano i gol della giornata ben prima di «90° Minuto», ma neppure esistevano), caratterizzata da baldi guerrieri del verbo e della moviola, era già un ricordo del passato. Nell'era del calcio onnipresente, dizione curata, abiti firmati, pubblicità e moviole pilatesche hanno preso il posto di litigi, inflessioni dialettali, cravatte improbabili, riporti e occhiali tipo civetta. Gli ultimi giapponesi, i vari Strippoli e Biazzo, erano stati condannati all'oblio dalle pessime prestazioni delle squadre pugliesi e campane.
    Cambiamenti che il telesportivo abitudinario e nostalgico non ha mai accettato e che le nuove generazioni non possono rilevare in mancanza di termini di paragone. Ma il rito dei «gol della giornata» legava ancora padri e figli con un filo sonoro: la leggendaria sigla di «90° Minuto». Quella sì aveva resistito. E resisterà: se non in Tv, come suoneria per cellulari.







    [Modificato da Mirco.Mariotti 31/07/2005 17.57]