C'è chi risorge cambiando nome e chi specula sulle navi più vecchie, scommettendo sulla ripresa del settore
Genova - Tre compagnie affondate: questo è il bilancio del 2020 dell’industria crocieristica devastata dalla pandemia globale. Non parliamo di player di grande diemensione, ma di brand che operavano con navi provenienti dal mercato dell’usato. Però due di questi stanno ora cercando di riciclarsi, mentre l’immissione di molte unità di seconda mano sul mercato ha fatto crollare i prezzi offrendo ottime opportunità d’affari.
La compagnia dedicata al mercato indiano Jalesh Cruises rivivrà nel nuovo marchio Cordelia Cruises: si tratta di un’operazione di trasformismo crocieristico. Waterways Leisure Tourism Pvt che aveva acquistato il marchio Jalesh, aveva deciso di cessare l'avventura a causa delle difficoltà finanziarie incontrate per il Covid. La Karnika, unica nave della compagnia (l’ex Crown Princess, prima nave realizzata da Fincantieri) è stata messa all’asta e venduta ai demolitori di Alang per 11,65 milioni di dollari, una cifra non da poco visto il periodo.
Dopo poco più di un mese WLT ha deciso di ripresentarsi sul mercato indiano con un brand dal nome nuovo, Cordelia Cruises, ma guidata sempre da Jurgen Bailom, ex presidente di Jalesh.
Ricordiamo che quest’ultima non era riuscita nemmeno a garantire il sostentamento dell’equipaggio minimo di 60 persone che garantiva l’efficienza di Karnika in disarmo a Mumbai. Oggi invece Bailom ha annunciato l’acquisizione da Royal Caribbean International dell’Empress of the Seas a cui dovrebbe seguire una seconda nave, probabilmente la Majesty of the Seas (di cui Royal ha già annunciato la vendita ad uno sconosciuto operatore asiatico).
Viene da chiedersi perché chiudere una società per poi riaprirla con altro nome. Probabilmente si tratta di un’operazione finanziaria vantaggiosa che ha permesso, con i soldi ricavati dalla vendita di una nave, di portarne a casa probabilmente due.
Altra compagnia che sta cercando di risorgere dalle proprie ceneri è Pullmatur Cruceros, nonostante quest’ultima sia senza navi, senza dipendenti e senza una sede. Questa estate i due azionisti Royal Caribbean Cruises Ltd e Cruises Investment Holding hanno dichiarato di aver richiesto la riorganizzazione della loro joint venture Pullmantur Cruceros, una particolare procedura concorsuale ai sensi delle leggi spagnole sull’insolvenza. Due delle tre navi del marchio sono già state spiaggiate ad Aliaga, una terza è in attesa della stessa fine.
A fine novembre Pullmantur aveva comunicato alle agenzie di viaggio, che stavano ancora commercializzando i viaggi per la prossima stagione, che non avrebbe ripreso le operazioni fino al dicembre 2021. Da quanto è trapelato a mezzo stampa l’amministrazione fallimentare si sta prodigando per garantire la continuità aziendale. Con quali navi? Inizialmente si era parlato di due navi della classe Millennium provenienti da Celebrity Cruises, ma quest’ultima ha smentito. Quindi le prescelte per la ripartenza potrebbero essere la Grandeur of the Seas e la Rhapsody of the Seas di Royal Caribbean, ma per ora si tratta solo di indiscrezioni.
L’altro fallimento dell’anno riguarda Cruise & Maritime Voyages che si è concluso con la vendita all’asta di tutte le sue navi. Qui è intervenuta la greca Seajet che quest’anno sta facendo razzia sul mercato dell’usato acquistando a prezzi di saldo 6 navi. La compagnia di Iliopoulos si è portata a casa la Columbus per 5,3 milioni di dollari e poi la Magellan per 3,4 milioni. VesselsValue stima l’attuale valore di mercato della prima 11,2 milioni di dollari e della seconda 8,36 milioni. Stesso discorso si potrebbe fare per Mystic Cruies che ha acquistato all’asta fallimentare di CMV la Vasco de Gama per “pochi spiccioli”. I grandi affari sono solo all’inizio.
https://www.themeditelegraph.com/it/2021/01/04/news/le-compagnie-da-crociera-un-anno-passato-tra-fallimenti-e-occasioni-sul-mercato-dell-usato-1.39732262