Per il giudice civile la compagnia di navigazione seguì le indicazioni del ministero degli Esteri sulla sicurezza a Tunisi. La società aveva offerto 150mila euro, somma non accettata dai familiari. Ora nulla è più dovuto
Per i figli di Antonella Sesino è come se la loro mamma fosse stata uccisa una seconda volta. "Un'ingiustizia", senza altre parole, senza altri commenti. La decisione del tribunale civile è piombata su di loro come un macigno. Nessun risarcimento è stato riconosciuto per la morte dell'impiegata del comune di Torino uccisa il 18 marzo 2015 nell'attentato del Museo del Bardo, a Tunisi: Costa Crociere non ha responsabilità nell'aver organizzato la tappa tunisina in quella crociera. Lo ha stabilito il giudice Simonetta Rossi, della terza sezione, secondo la quale la compagnia di navigazione non deve liquidare i danni che erano stati quantificati in circa un milione e mezzo tra tutti i familiari. Subito dopo l'attentato la società aveva fatto un'offerta risarcitoria di 150 mila euro, che però avrebbe evitato qualsiasi altra pretesa. I parenti di Antonella, che non cercavano denaro ma volevano giustizia, avevano rifiutato il denaro chiamando in causa Costa Crociere. Ora il giudice ha deciso che quell'offerta non è nemmeno più valida e attuale.
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