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È morta la regina Elisabetta.

Ultimo Aggiornamento: 18/09/2022 11:31
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10/09/2022 00:00
 
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Re:
Maddy (DUTH210503), 09/09/2022 10:55:

Hai ragione ..maanche Carlo non mi sembra che abbia questa grande empatia con il suo popolo



Hai ragione 
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10/09/2022 00:04
 
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Re:
Maddy (DUTH210503), 09/09/2022 23:00:

Grazie ..bellissima curiosità ..di simile ne ho letta una che riguarda le borse ..Pare che le piacesse indossare tre modelli ..Tutti fatti appositamente per lei ..senza cerniere e con i manici più lunghi per poter avere le mani libere



 che donna !

ne ho sentita un altra sempre sulle scarpe pare che era molto parsimoniosa se si consumano i tacchi li faceva rimettere non buttava via le scarpe diceva che non erano vecchie e si potevano portare ancora 

chi lo avrebbe mai detto 
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10/09/2022 00:05
 
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Re: Re:
dalila66, 10/09/2022 00:04:



 che donna !

ne ho sentita un altra sempre sulle scarpe pare che era molto parsimoniosa se si consumano i tacchi li faceva rimettere non buttava via le scarpe diceva che non erano vecchie e si potevano portare ancora 

chi lo avrebbe mai detto 




Questa delle scarpe non la sapevo proprio 
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10/09/2022 01:11
 
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ti giuro nemmeno io 
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10/09/2022 17:31
 
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Sua maestà Carlo terzo ieri ha fatto il suo primo discorso i pubblico

Ieri sempre in tv hanno detto che la regina Elisabetta pare abbia dato il consenso che Camilla diventasse alla sua morte regina consorte


Come sono strani questi reali
Già strani come avverranno le esequie e tutto il resto
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10/09/2022 20:25
 
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L'incantevole favola dell'abito dell'incoronazione della regina Elisabetta



Nel 1952 la giovane regina si recò dallo stilista Norman Hartwell per chiedergli di confezionare un vestito che sarebbe passato alla storia.

Di Debora Attanasio

“Un pomeriggio di ottobre del 1952 Sua Maestà la Regina mi chiese di realizzarle l'abito da indossare alla sua incoronazione. Riesco a malapena a ricordare cosa ho balbettato in risposta”. Questa frase è tratta dal libro Norman Hartnell: The Biography, il memoir dello stilista che ha servito la regina Elisabetta fino alla sua morte, l'8 giugno del 1979. Quel pomeriggio del 1952, Elisabetta continuò a spiegargli in modo molto informale come doveva essere questo vestito e quali fossero le esigenze che doveva rispettare. La giovane regina voleva che fosse molto simile al suo abito da sposa che già aveva disegnato Hartnell cinque anni prima, in raso bianco. Inizia così la storia del meraviglioso abito dell’incoronazione della regina Elisabetta, forse il più lussuoso che abbia mai indossato nella sua lunga vita e che oggi costerebbe più di un milione e mezzo di euro. Appena accettata la commissione, l’emozionato ed euforico stilista iniziò le sue ricerche su quali fossero esattamente le regole della tradizione storica che erano state rispettate per gli abiti dell’incoronazione delle altre regine della storia britannica. Hartnell si recò per giorni al London Museum e alla London Library, chiese volumi su volumi, li sfogliò sul posto, prese appunti. Dopo questo lavoro di raccolta delle informazioni, la sua testa chiese il silenzio. Il creativo si ritirò in una dimora nella foresta di Windsor e cominciò a disegnare gli schizzi. “La mia mente brulicava di ispirazioni araldiche e floreali. Ho pensato ai gigli, alle rose, alle margherite e al grano dorato; pensavo alle tovaglie d'altare e ai paramenti sacri, ho pensato al cielo, alla terra, al sole, alla luna, alle stelle e a tutto ciò che di celeste potrebbe essere ricamato su un abito destinato a passare alla storia”.
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10/09/2022 20:27
 
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Norman Hartnell butto giù nove bozzetti di base da cui, dopo un consulto con la destinataria, si sarebbe partiti per aggiungere tutto ciò che era necessario. “L'ultimo era il mio preferito”, dice Hartnell nella biografia, "ma naturalmente non ho espresso la mia opinione quando ho presentato i disegni a Sua Maestà”. L’abito del primo schizzo, ispirato a quello indossato dalla regina Vittoria, era molto semplice, in raso bianco brillante, con un ricamo dal motivo a greca appena percettibile lungo il bordo del corpetto e attorno all'orlo della gonna. Il secondo era moderno e slanciato, con ricami in oro e bordato da code di ermellino bianco e nero. Il Terzo era in crinolina di raso bianco con inserti in pizzo d’argento e con cristalli e diamanti ricamati. Il quarto era decorato con motivi di fiori di calle e perle. Il quinto lo aveva preparato nel caso in cui la regina volesse rompere con la tradizione, perché prevedeva anche una nota di colore, dei ricami di violette, rose rosse e spighe di grano realizzate con ametiste, rubini, opali e topazi. Elisabetta sollevò un sopracciglio e disse “il suggerimento del colore non è poi così ammissibile”, ricorda Hartnell. Il sesto modello, sempre in raso bianco, presentava un ricamo di foglie di quercia e ghiande in filo d'argento e cristalli d'argento. La regina sorrise e per la prima volta tirò fuori dal mazzo il foglio per separarlo dagli altri. Il settimo modello era decorato con le rose Tudor d'Inghilterra, realizzate in tessuto dorato imbottito circondato da frange di cristalli dorati. L’ottavo schizzo prevedeva lo stemma della Rosa Tudor e tutti gli altri stemmi che rappresentavano la Gran Bretagna: il cardo scozzese, il trifoglio d'Irlanda e il narciso del Galles, ricamati con piccoli diamanti e cristalli. Alla regina piacque infine questa proposta ma non voleva che somigliasse troppo al suo abito da sposa, e nemmeno che fosse tutto bianco come quello della regina Vittoria, che al momento dell’incoronazione aveva solo 18 anni e non era sposata, mentre lei ne aveva 26 ed era già madre
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10/09/2022 20:30
 
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Così, chiese di aggiungere un po’ di colore ai quattro emblemi. Hartnell ridisegnò lo schizzo con le modifiche richieste e si ripresentò alla regina. In quella nuova udienza, Elisabetta prese l'importante decisione di non ignorare tutti gli altri stati che componevano il Regno Unito. Hartnell si ritirò quindi per disegnare un nuovo schizzo. “Si è rivelato più complicato di quanto mi aspettassi”, dice nel libro. “È stato necessario alzare i tre emblemi di Scozia, Irlanda e Galles alla parte superiore della gonna per lasciare spazio nella parte inferiore ai fiori che rappresentavano tutti i paesi del Commonwealth, in una ghirlanda attorno alla rosa Tudor inglese”. Per non sbagliare nulla, Hartnell chiese una consulenza alla massima autorità dell’araldica britannica, Sir George Bellew, il cosiddetto Re d'armi della Giarrettiera, responsabile del collegio araldico del Commonwealth. Bellew gli fornì l’iconografia precisa di ogni simbolo da riprodurre con i ricami, la rosa, il cardo, il trifoglio. E in quel momento lo stilista scoprì che il simbolo del Galles non è il narciso ma il porro. Hartnell era preoccupato, ma poi avrebbe scoperto che persino un ortaggio diventa affascinante se ricamato con i diamanti. Lo staff della sartoria preparò alcuni campioni dei simboli realizzati con i cristalli e filo di seta colorata e un sabato mattina di fine inverno lo stilista e i suoi collaboratori partirono con due auto per raggiungere la regina che si trovava a Sandringham, portando con loro anche degli abiti da farle scegliere per l’imminente tour in Australia. In quella che i Windsor consideravano la “casa per il relax”, tutto si svolse in modo più informale. La regina fece pranzare tutti, poi venne organizzata una minisfilata per gli abiti da scegliere, con un bagno come camerino, e poi Hartnell mostrò alla sovrana il nuovo bozzetto e i campioni montati ben tesi su telai di legno dorato. C’era la rosa dei Tudor in seta rosa pallido, perle, borchie d'oro e d'argento e diamanti rosa. Il cardo di Scozia, in seta color malva e ametiste. Il trifoglio d’Irlanda in seta verde, filo d’oro e d'argento e diamanti. Il famigerato porro del Galles, in seta bianca e diamanti con le foglie in seta verde chiaro. La foglia d'acero del Canada, in seta verde, bordata con filo d'oro e cristalli. La mimosa d’Australia, in seta gialla e verde e filo d’oro. La felce della Nuova Zelanda, in seta verde venata di argento e cristalli. Il fiore della Protea, del Sud Africa, in seta rosa sfumata, filo d'argento e diamanti rosa. Il fiore di loto dell’India, ricamato in madreperla, perle e diamanti. Il grano, la Iuta e il Cotone del Pakistan, indiamanti, cristalli dorati, seta verde, filo d'oro e d'argento. Il loto del Ceylon, diverso da quello indiano, in opali, madreperla, diamanti e seta verde. La regina approvò tutto e chiese solo di rendere meno acceso il verde del trifoglio irlandese che spiccava troppo sugli altri. La lavorazione ebbe inizio impiegando tre sarte, sei ricamatrici e l’intera Royal School of Needlework, alla quale fu affidato tutto il ricamo in filo d'oro. Fu così che dopo otto mesi di lavoro, dopo ore di intricati ricami sulla preziosa seta prodotta alla Lullingstone Silk Farm, la fabbrica più prestigiosa dell’epoca, fondata da Lady Zoe Hart Dykene nel 1930 (oggi non più esistente), l’abito per l'incoronazione di Elisabetta fu pronto. Venne completato con il mantello di velluto cremisi tessuto dalla manifattura tessile di Warners of Braintree, nell’Essex, anche questo usando il filo di seta di Lullingstone, su disegno della sartoria Ede & Ravenscroft di Chancery Lane a Londra. Elisabetta, si sa, non ama gli sprechi. Dopo la solenne incoronazione del 2 giugno 1953 indossò ancora quell’abito varie volte, prima di riporlo nell’armadio. Lo portò con sé anche nel tour in Australia, e poi anche a Ceylon e in Canada. Poi è entrato a far parte dell’archivio storico di Buckingham Palace e oggi viene rispolverato quando deve essere messo in mostra. Solo dopo molto tempo, Elisabetta si è accorta che l’affezionato Normal Hartwell, più grande di lei di 25 anni, intenerito da quella giovane che prendeva sulla testa una corona così pesante e un incarico tanto gravoso, aveva aggiunto un portafortuna segreto: le aveva fatto ricamare con la seta avorio come quella della stoffa, un piccolo quadrifoglio sul lato sinistro della gonna, esattamente all’altezza della sua mano. La regina lo aveva sfiorato per tutto il tempo della cerimonia, senza saperlo. E ha funzionato.
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10/09/2022 20:30
 
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L'articolo era un po'.lungo spero che lo abbiate letto con piacere
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10/09/2022 22:46
 
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Bellissimo l'abito
Solo. Lei poteva portarlo con quell'eleganza e postura


Lungo si l'articolo ma letto con piacere
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11/09/2022 17:06
 
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L'ho letto con molto piacere.
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11/09/2022 17:15
 
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Ieri sera mentre ero ad Acciaroli in un bar per l'aperitivo prima di andare al ristorante, mi sono accorto che al tavolo a fianco c'erano 3 signori che conversavano amabilmente della monarchia britannica.
Hanno catturato la mia attenzione.
Uno di loro con un accento fortemente inglese, raccontava agli altri due aneddoti legati alla regina e spiegava dettagli molto particolari e tecnici del protocollo.
La mia attenzione allora si è fatta ancora più....attenta ...al punto di chiedere a mio marito di tacere perché altrimenti non avrei sentito tutte le storie...
Questo signore e sua sorella, pare che siano molto addentrati nella nobiltà che fa parte dell'entourage della corona.
Raccontava di una comitiva di una quindicina di amici che si riuniva molto spesso a cui partecipava anche Lady Diana....
Insomma finché questo signore non è andato via io non ho lasciato il bar ....
Ho ascoltato tanti aneddoti simpatici....
Sarà vero?

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11/09/2022 17:24
 
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E perché nn dovrebbe essere vero
In Inghilterra la casa reale è come una cosa di famiglia
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11/09/2022 23:13
 
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Regina Elisabetta, l'ultimo viaggio: il feretro è a Edimburgo, poi andrà a Londra e infine nella Cappella di San Giorgio
La destinazione finale della salma è il Castello di Windsor, nel Berkshire, dove sarà sepolta insieme al marito, alla sorella e ai genitori



Ansa
Il feretro della regina Elisabetta II sta compiendo l'ultimo viaggio: partita dal castello di Balmoral, in Scozia, la salma è quindi giunta al palazzo di Holyroodhouse a Edimburgo, residenza reale ufficiale: lunedì verrà quindi trasferito nella vicina cattedrale di St. Giles dove resterà fino a martedì, quando avverrà il trasferimento a Londra. Mercoledì il feretro verrà poi spostato da Buckingham Palace al Parlamento per rimanere esposto pubblicamente fino ai funerali di Stato in programma per il 19 settembre all'abbazia di Westminster.

Regina Elisabetta, applausi della folla all'arrivo del feretro a Edimburgo

La partenza da Balmoral - Il carro funebre è uscito dal cancello principale della residenza - buen retiro favorito per decenni da Elisabetta e dal suo defunto consorte Filippo - salutato da due guardie sull'attenti e ha imboccato il viale per raggiungere la strada principale: al suo interno la bara con i resti mortali della regina era coperta dallo stendardo reale di casa Windsor. Alle spalle del veicolo con il feretro, una Rolls Royce con a bordo la principessa Anna, figlia secondogenita 72enne di Sua Maestà, e il marito, vice ammiraglio Tim Lawrence. Quindi alcune Range Rover di scorta. La Princess Royal, titolo attribuito ad Anna, accompagnerà le spoglie di sua madre per tutto il tragitto fino a Londra.
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 non doveva fare il giro del regno?
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